Scienziato, grammatico e poeta russo. Di umili origini, fuggì dalla casa
paterna (1730) alla volta di Mosca dove un monaco lo fece ammettere
all'Accademia slavo-latina. Studiò a Mosca, a Pietroburgo per passare poi
in Germania, a Marburgo, dove divenne allievo del famoso matematico Wolff.
Violenti contrasti con gli accademici tedeschi lo spinsero successivamente a far
ritorno in patria. Divenuto professore di Chimica (1745) e membro della
Accademia delle scienze di Pietroburgo, svolse un'intensa attività di
ricerca che lo rese pioniere della scienza moderna: a lui si devono importanti
studi sulla natura dell'elettricità e della luce e sulle proprietà
dei solidi e dei liquidi ed un' attenta relazione tra peso e massa dei corpi.
Nel 1748 poté aprire un suo laboratorio, anche grazie al mecenatismo di
Ivan Suvalov, che godeva dei favori dell'imperatrice Elisabetta Petrovna e nel
1755
L. fu tra i fondatori dell'università di Mosca. Va anche
ricordato il suo impegno per la valorizzazione delle risorse naturali del
territorio russo, in particolare della Siberia.
L. non si occupò
soltanto delle cosiddette scienze esatte: fu anche poeta, drammaturgo e
grammatico. La sua fama di letterato si lega soprattutto ai suoi lavori di
linguista: egli infatti codificò i fondamenti della lingua russa moderna,
redigendo la prima
Grammatica russa (1755). Di grande interesse teorico
sono anche: la
Lettera sulle regole della versificazione russa (1739), un
trattato di metrica ancora autorevole ai giorni nostri, un
Breve manuale di
retorica (1748), il primo che ebbe la Russia ed infine scrisse
Sull'utilità dei libri ecclesiastici nella lingua russa (1757),
dove si può ritrovare la distinzione dei tre stili della lingua (stile
alto, medio e basso) riscontrandola nella letteratura nazionale russa. Scrisse
inoltre odi, di intonazione lirica; due tragedie,
Temira e Selim (1750) e
Demofont (1752) e altre composizioni poetiche di carattere didascalico,
come l'
Epistola sull'utilità del vetro (1752), o di gusto
satirico, come l'
Inno alla barba (1757). Il suo poema epico
Pietro il
Grande, dedicato al mitico riformatore della Russia, è rimasto
incompiuto (Misaninskaja 1711 - Pietroburgo 1765).